MARVELIT presenta:

 

 

#17 - LA FIAMMA DELL’IO

di Fabio Furlanetto e Vick Sebastian Shaw

 

 

Sede della Bentley Records, New York

Mi chiamo Jonathan Storm, meglio conosciuto come la Torcia Umana. Quelli che non mi conoscono probabilmente hanno vissuto per dieci anni in una dimensione alternativa. Ora che ci penso, ci sono dozzine di persone del genere che mi conoscono.

Chiedete a quelle persone perché sono famoso, e non ce n’è una che non vi risponderà “perché è uno dei Fantastici Quattro”. Provate a chiedere anche perché sono famoso io, a prescindere dal resto del gruppo, e nessuno vi saprà rispondere.

Ve lo dirò io perché sono famoso. Perché, anni fa, sono salito su di un razzo diretto verso le stelle. Un viaggio impossibile, che si è fermato quando siamo ricaduti a terra, bombardati da una quantità spaventosa di raggi cosmici.

Sono famoso perché qualcuno ha costruito quel razzo. Sono famoso perché qualcuno lo ha pilotato. Sono famoso perché qualcuno ha deciso che fossimo degli eroi. Sono famoso senza aver fatto niente. Sono la Torcia Umana.

Mi risveglio con questi pensieri, con la sensazione di aver bevuto troppo. Ma io non bevo. Mai. Chi può produrre più calore di diecimila pozzi petroliferi in fiamme non può ubriacarsi. Non può perdere il controllo. Mai.

Sono legato ad una qualche strumentazione. Tipico. Devo essermi imbattuto per caso nel piano di un qualche genio criminale che vuole conquistare il mondo. Quando sei un super-eroe, queste cose sono all’ordine del giorno. Credi di poter dare per scontato l’edicolante sotto casa tua, ma sotto sotto sai che da un giorno all’altro puoi scoprire che in realtà è l’Uomo Sabbia. O qualcuno del genere.

Sono alla Bentley Records, ora ricordo. L’ultimo tentativo di fare qualcosa di diverso dall’eroe. L’ultimo di una lunga serie di errori. Chi dice che sbagliando s’impara chiaramente non ha mai fatto l’eroe.

Vorrei infiammarmi, ma non posso. Sento il calore che inizia a ribollire nel cuore, la sensazione di piacere che scatena sempre la pura intensità della fiamma. Quando mi sveglio è sempre così. Ogni volta che apro gli occhi devo convincermi di non andare a fuoco. Ora sarebbe un bel momento per infiammarmi, forse, ma devo prima controllare che non ci sia niente di infiammabile.

Sono in una stanza piccola, ricoperta di uno strano materiale che riflette la luce in modo strano. Una volta avrebbero usato l’asbesto, ora anche i cattivi ci tengono alla propria salute. C’è un qualcosa sulla mia testa, degli elettrodi credo. Davanti a me due dozzine di schermi mostrano quelli che sembrano essere degli encefalogrammi. Solo uno degli schermi inquadra qualcosa di diverso…

 

E non solo quello schermo.

Sui televisori di una buona parte della popolazione americana, la scritta BREAKING NEWS sottolinea il fiume di parole che scorre rapido in fondo allo schermo, mentre si susseguono le immagini di repertorio su di un paese sentito nominare molto raramente, e di cui in pochi conoscono la posizione esatta. Molavia.

Lo speaker continua a ricordare che non ci sono ancora immagini in diretta dalla piccola nazione balcanica, quando le immagini improvvisamente cambiano.

Viene inquadrata un’ampia stanza impreziosita da antichi arazzi medievali ed inestimabili tende rosso porpora. Al nugolo di giornalisti viene concessa al massimo un’inquadratura, non è questo che interessa agli ascoltatori. E soprattutto non vogliono vedere la paura nei loro occhi.

Non gli interessa neppure il piccolo uomo con gli occhiali che mormora qualcosa in un’altra lingua, sfiorando a malapena il podio su cui fa mostra di sé uno stemma dominato da una grossa D. Una scritta in sovrimpressione recita “In diretta dall’Ambasciata di Latveria ad Aninna, Symkaria”.

Poi, il debole chiacchiericcio che si poteva ancora sentire cessa di colpo. Accompagnato da due uomini in giacca nera ed occhiali da sole, con un piccolo filo simile a quello di un telefono che entra direttamente nella pelle sotto l’orecchio, fa il suo ingresso Victor Von Doom nella sua armatura, tenendo il mantello finemente ripiegato sul braccio. Le guardie del corpo si allontanano, il guanto metallico aggiusta il microfono, e con un gesto il re di Latveria dà ai presenti il diritto di parlare.

La prima conferenza stampa di Latveria da decenni, tenuta nell’unico stato che finora ha appoggiato l’intervento militare in Molavia.

Il primo giornalista fa la sua domanda, con una voce così tremante da far sospettare che sia sul punto di svenire.

-<Qual è la posizione di Latveria nei confronti della Molavia ?> - è la domanda, molto meno audace di quanto il giornalista avrebbe voluto, e non certo per la mancanza di certe sfumature in latveriano.

-<Abbiamo dato un ultimatum ai governanti della Molavia. Se entro ventiquattro non avranno provveduto a smantellare l’esercito, perderanno>.

-<La prossima> - incalza il funzionario.

-<Questo significa che Latveria è entrata in guerra ?>

-<Al contrario. Significa che non ci sarà nessuna guerra. Se si arrendono, sopravvivono; se reagiscono, no>.

-<La prossima>.

 

Lo schermo si spegne. Odio Destino. Non perché sia un tiranno, perché cerca sempre di ucciderci, o di diventare ancora più spaventosamente pericoloso. Non lo odio per nessuna delle ragioni giuste. Lo odio perché mi ricorda che non sono niente.

E’ il nostro più grande nemico. Dicono che la grandezza di un eroe si misuri da quella dei suoi nemici. Certo si può dire per Reed. Anche Ben ha un paio di conti in sospeso con stivali di ferro. Persino Sue ce l’ha con lui per motivi validi. Io per lui non esisto, e lui per me non è che un nemico come gli altri.

Io non ho un grande nemico.

La porta si apre, lasciando entrare un uomo sulla cinquantina, abbastanza corpulento, con un sigaro in bocca. Lo accompagnano cinque o sei guardie del corpo armate di tutto punto…carne da cannone, nella migliore delle ipotesi. A volte mi chiedo se li assumono a ore o al chilo.

Infine, una bionda mozzafiato con un top vertiginoso e jeans aderentissimi. Mi scuserete se presto più attenzione a come è vestita lei, invece che soffermarmi sugli scagnozzi.

-Spero che sia comodo in quella posizione, signor Storm.

-Mister Bentley. Questo non era tra le clausole del contratto, o sbaglio ?

-Lo farò aggiungere dai miei avvocati.

-Sicuri che non ci possa fare niente ? – domanda la bionda.

-Preferisco lasciare che il signor Storm lo capisca da solo.

Per la verità, lo stavo già capendo… non sono Reed, ma se il gran capo dei nemici mi si para davanti senza nessuna strana armatura o un campo di forza, e le guardie stanno dietro anziché davanti…in quel caso, o ha disattivato i miei poteri o è il cattivo più stupido dai tempi dell’Uomo Pianta. Chissà che fine ha fatto, se qualcuno si ricorda di annaffiarlo…

-Mi sembra distratto, signor Storm.

-Già, pensavo a quanti soldi perderà se mi tiene legato in questo modo, invece di farmi girare un video.

-Non le conviene scherzare.

-Oh, mi scusi… devo averla confusa con qualcuno di poco interessante.

-Che mi abbia scambiato per qualcun altro è indubbio. Davvero il mio nome non le dice niente ?

-Niente.

-Nemmeno…Bentley Withman ?

-No.

-Bentley WithmanWizard !!!

-Ah sì, avete usato la mia immagine senza permesso per quella copertina…ma non mi sembrava il caso di serbare rancore.

-Per Giove…

Getta via il sigaro e preme un pulsante sulla cintura. Avevo già capito gran parte della faccenda dallo strano modo con cui assorbiva il calore…agli infrarossi la sua immagine era totalmente diversa. Induttore d’immagini olografiche. Quel casco ridicolo, poi, è veramente inconfondibile.

-Mi riconosce, ora !?

-Un mingherlino con un casco rosa grande tre volte la sua testa, un pizzetto che non è mai andato di moda, mutandoni rosa, calzamaglia violacea e grosso disco metallico sul petto. Sì, credo che ci siamo già visti da qualche parte…ma non è il mio tipo, mi spiace.

Faccio uno sforzo sovrumano per non scoppiare a ridere quando vedo la sua faccia. Prendere il giro il nemico per ridicolizzarlo è un’arma, ed io ho imparato dal migliore. Ora anche Thalia ridacchia, e le guardie si guardano intorno. Il cattivo perde le staffe, si arrabbierà con me, mi spiegherà tutto il piano, mi darà un indizio grosso come una casa per risolverlo, e me la caverò prima di cena. Grazie, Spidey.

-Lei…non è nella…posizione di fare osservazioni di carattere estetico, signor Storm.

-Certo però che chi ti cura il look verrebbe licenziato anche da Britney

-NESSUNO LE HA CHIESTO NIENTE, miss Connor !!!

-Possiamo finire questo strazio il più presto possibile ? Il mio agente aspetta delle notizie dalla Pepsi

-Anche io vorrei fare presto. Oh, Thalia, il fatto che tu sia d’accordo con uno dei miei più vecchi – in tutti i sensi – nemici immagino metta fine alla nostra relazione.

-Temo di sì. Dovevo mettermi con qualcuno di più famoso… Iron Man, magari…

-Sembrava che io andassi abbastanza bene.

-Comunque ho sempre finto.

-Ouch.

-Possiamo per piacere tornare ad argomenti più importanti !?

-Scusa, Wizard, so che non ti intendi di queste cose. E’ per questo che ho questi affari attaccati alla testa ? Cerchi di capire il segreto del mio successo con le donne ? Dovevi attaccarli da tutt’altra parte…

-Signori…vi dispiace togliere il signor Storm da quella struttura ? Così potremo parlare…da uomo a uomo.

-Guarda che io posso provvedere solo a metà, ma devi trovare un sostituto per fare l’uomo.

Sta per esplodere. Ve lo dice uno che sa tutto su come provocare un’esplosione. Gli scagnozzi sono dei principianti, non notano neanche che ho alzato leggermente la mia temperatura. Il fuoco mi scorre nelle vene, appena sotto la pelle. Aspetto solo il momento.

Farmi scendere dall’attrezzatura è facile. Quasi non mi capacito di quanto sia basso Wizard…sarebbe questo il mio nemico ? Devo trovarmi qualcuno di più credibile. Sono famoso, dopotutto.

-Così va meglio, signor Storm ?

-Magnifico. Di cosa volevi parlarmi ? Così poi ti prendo a calci nel sedere da qui alla Volta.

-Le dispiacerebbe inginocchiarsi davanti a me, signor Storm ?

-Certo che-

Non ho ancora finito di pensare la frase: sono già in ginocchio, e le mie gambe non ne vogliono sapere di funzionare diversamente.

-Così va molto meglio, non trova signor Storm ? Ora, signor Storm, già che è in quella posizione, mi lecchi gli stivali.

Faccio il possibile per restare fermo, ma il mio corpo si muove da solo e mi abbasso. Un’ultima possibilità…lasciare andare la fiamma, dirigendola solo verso il pavimento per non incenerirlo…

-Oh, la prego di non accendere la sua fiamma, signor Storm.

La fiamma si spegne più in fretta che mai. E non riesco neanche a parlare ! Cosa mi sta facendo ?

-E’ stato un piacere parlare con lei. Ora vada davanti alla finestra e si prepari a buttarsi di sotto quando glielo dico, va bene ?

 

Bronx.

La Fantasticar si ferma accanto ad un vecchio palazzo in cui la Detective Jones ha aperto il suo studio, la cosa strana è che lo studio è al quarto piano dello stabile ed il veicolo galleggia fuori dalla finestra. Dentro un’indaffarata Charlotte sta esaminando gli incartamenti del suo secondo caso, quando, improvvisamente i suoi ragionamenti vengono interrotti da un’ombra che penetra dalla finestra. «Buon pomeriggio, Charlie !» grida, allegramente, la voce dell’eroe dalla macchina volante. La donna si gira e scorge il roccioso Grimm sbracciarsi dal posto di guida. “Per un po’ posso staccare la spina…” pensa affacciandosi alla finestra.

-Ciao Ben ! Cosa ci fai da queste parti ?- domanda Charlotte.

-Mi manda Susan. Ho delle notizie per te a proposito della tua nuova casetta e…

-Beh, allora credo che ti convenga entrare nel mio studio come tutte le persone normali.- l’interrompe l’ex poliziotta con un sguardo sorridente che non sfoderava da anni.

-Ehm… In effetti non hai tutti i torti. Atterro sul tetto, mi verresti ad aprire, per favore?

-Certo, aspettami su che ti raggiungo.

Uscita di corsa dall’ufficio la donna s’infila nel vecchio ascensore per arrivare fino alla porta che da sul tetto. Una volta apertala si ritrova davanti la sempre adorabile Cosa dagli occhi blu. I due tornano giù ridendo e scherzando come amici di vecchia data. Arrivati di sotto il colloquio riprende.

-Allora che notizie mi porti?- chiede la Jones.

-Beh, Susan s’è messa subito all’opera ed ha pensato che forse un alloggio al FFP non sarebbe stato poi molto più tranquillo della tua attuale sistemazione, specie considerando il fatto che è un continuo via vai di gente e una calamita per ogni folle che vuole metterci alla prova. Di conseguenza ha, come dire… cambiato bersaglio e ha trovato un loft libero esattamente di fronte al nostro palazzone.

-WOW !!! Che dire… Gli eroi più famosi della terra ed anche i migliori agenti immobiliari di New York City a quanto pare. Eheheheheh !

Entrambi sorridono

-Comunque grazie, siete stati stupendi con mio figlio e me.

-Figurati Charlotte. Gli amici servono anche a questo.

-Ti ringrazio Ben, ma, sinceramente, mi sembra d’approfittare di voi.

-Beh, comunque, adesso ti devo portar via da qui- cerca di cambiare argomento la Cosa- Abbiamo appuntamento con l’agente immobiliare che ti farà vedere il tuo nuovo appartamento.

-Ma… Ma…Non posso lasciare l’ufficio adesso. Mi sto occupando del caso di quella bambina e di un nuovo caso propostomi stamattina. Non posso davvero Benjamin.

-Noi Grimm non accettiamo mai un no come risposta.- dice il gigante di sampietrini arancioni avvicinandosi a lei con le braccia tese.

-Cosa stai facendo ??? Non ti avvicinar… - la donna di colore non riesce a finire la frase che si ritrova in braccio al colosso roccioso.

-Signora benvenuta sul Grimm Express. Prossima fermata soffitto del palazzo !!!- dice scherzosamente Ben dirigendosi verso la porta.

-GRIIIIMM, METTIMI SUBITO GIUUUUUUƯ !!!!!- le grida e le risate della detective e dell’eroe si spargono per tutto l’edificio mentre i due si dirigono alla Fantasticar.

 

Bentley Records

Ora, c’è una lista estremamente ristretta di persone di cui non mi dispiacerebbe essere lo schiavo, e posso giurarvi che Wizard non è incluso. Se si fosse trattato di Thalia, ecco la faccenda poteva avere anche uno o due risvolti positivi.

-Trovo che la situazione attuale abbia un che di dantesco, non trova signor Storm ? Voglio dire, dopo anni passati a deridere la mia intelligenza e a sfidarla con la sua irrequietezza giovanile, ecco arrivare la condanna a fare qualunque cosa le ordini.

-Si vede che non sei portato per il mondo dello spettacolo – sbadiglia Thalia – se ti dessero solo trenta secondi per parlare non faresti neanche in tempo a dire la prima parola.

-Vorrei ricordarle, miss Connor, che se non fosse stato per la mia tecnologia lei non avrebbe avuto altro che alcune appetibili caratteristiche fisiche, peraltro non tutte attribuibili alla natura, per entrare nel suddetto mondo.

-Da quand’è che parli così, Wizzie ? – domando senza troppa fatica. Quindi non sono totalmente suo schiavo… la sua influenza su di me ha dei limiti, buono a sapersi.

-Non chiamarmi così !!!

-Dì un po’, Wizzie, che c’entra la tecnologia con una cantante pop ?

-Questo non dovrebbe interessarla, signor Storm.

-Dai, datti una mossa tanto lo sappiamo che prima o poi ti metterai a raccontare tutta la storia.

-Come preferisce, miss Connor. Mi dica, signor Storm, lei sa a quanti suoni siamo esposti nella vita di tutti i giorni ? Radio e televisione, ahimé i principali mezzi di informazione, funzionano in base al suono. Ascoltiamo molti di questi suoni distrattamente, senza fare neanche caso al loro contenuto. Sicuramente è al corrente dell’esistenza dei messaggi subliminali.

-Metti il fotogramma di una bibita in una pellicola e al pubblico viene sete…sì, l’ho visto su Colombo.

-Inutile dirle che i messaggi subliminali sono illegali, ma questo non deve interessarci. Individuare un messaggio subliminale classico è ormai semplicissimo, ma si dà il caso che io abbia inventato un sistema per trasmettere determinati impulsi tramite il più comune degli altoparlanti, e che questi impulsi, debitamente controllati, possano entrare in sintonia con le onde cerebrali umane.

-Cioè hai inventato un sistema per controllare la mente con il suono ?

-Una descrizione alquanto volgare e prosaica, ma sì, essenzialmente è così.

-Metà della tecnologia l’ha rubata – puntualizza Thalia.

-Non me ne faccia una colpa, miss Connor, anche se sono stato io a creare l’ormai celebre Macchina ID – Johnny storce la bocca pensando “ma chi la conosce!”- il controllo mentale non è mai stato il mio forte. Avrei potuto semplicemente sorvolare la città con un altoparlante che lanciasse il segnale “Wizard è il vostro signore e padrone”, ma con gli anni sono diventato più subdolo. Sapevo che, in qualche modo, un eroe di fuori città mi avrebbe scoperto e fermato. Così costruii – del tutto legalmente – la Bentley Records, ed utilizzai la mia nuova tecnologia subliminale per incentivarla.

-Facendoti “regalare” un intero edificio dalla Sony, e chissà che altro.

-Precisamente. Serviva  una calibrazione perfetta con le onde cerebrali di chi manda il messaggio per ottenere l’effetto migliore, quindi mi serviva un complice. Tra le mie qualità non rientra certo l’intonazione vocale. Trovai Thalia tra le cameriere di un bar per soli uomini – non è il momento per precisare cosa facessi lì – e, in mancanza di meglio, la usai come base per costruire un successo discografico senza precedenti.

-Costringendo il pubblico a comprare i suoi dischi ?

-Anche, ma molto meno di quando ci si poteva aspettare. Da allora ogni sua canzone, ogni sua intervista, ogni sua parola ha contenuto un messaggio subliminale che preparava le menti degli ascoltatori ad un preciso comando, che mi avrebbe dato il controllo assoluto sulle loro menti.

-Allora perché non siamo già tutti tuoi schiavi ?

-Perché non sono uno sprovveduto. Ovviamente non tutti gli abitanti della Terra potevano aver ascoltato le canzoni. Mi serviva un ripetitore potentissimo per mandare il segnale ovunque, ed assicurarmi che tutti lo sentissero. Inutile farti notare dove si trova un tale ripetitore.

-MTV ?

-Il Four Freedoms Plaza, signor Storm. Così, elaborai un piano che mi desse il controllo della sua mente…e che, incidentalmente, mi ha fatto guadagnare milioni di dollari di diritti pubblicitari. Da quando conosce Thalia è in mia balia, signor Storm. Basta un mio segnale per farmi obbedire. Infatti adesso lei darà l’allarme richiamando i Fantastici Quattro con la sua frequenza personale. L’ho recentemente registrata e posso usarla per mandare un messaggio subliminale che mi darà il controllo di tutto il quartetto. Ciò mi darà il controllo del ripetitore, e poi del mondo. E’ tutto chiaro ?

-Sì, chiarissimo. Dì un po’, Wizzie, secondo te sono un idiota ?

-Come ?

-Sono anni che vuoi dimostrarmi di essere più intelligente di me, no ? Finora ti ho battuto con i miei poteri o con un po’ di aiuto. Però vedi…di recente mi sono stancato di farmi sempre aiutare, e ho deciso che stavolta ti batterò da solo.

-Ah ! Se avessi basato il mio piano sugli spettacoli comici avrei avuto più successo. Vede forse falle nel mio piano, signor Storm ?

-Sì, una colossale. Ad essere sincero, Wizzie, ti ho battuto nell’istante in cui mi hai chiamato “signor Storm”.

 

Incrocio tra la Madison Avenue e la 42nd Street.

 

Davanti al FFP, all’angolo opposto della strada, ci sta un palazzo di dodici piani. William Jemas, dell’agenzia Marvellous Home Service, va via contento dopo aver assegnato le chiavi di un lussuoso loft ad una detective privata di colore accompagnata da due dei quattro fantastici vicini di casa. Estasiata dalla bellezza del suo nuovo appartamento Charlotte Jones non fa altro che ringraziare i suoi nuovi amici. Mentre la Cosa resta affacciato ad una finestra ad osservare il panorama della Madison, Sue e Charlotte fanno quattro chiacchiere tra donne.

-Susan sei stata veramente preziosa, senza di te non so come avrei fatto. Sarei rimasta con gli scatoloni in casa per mesi prima di riuscire a trovare un appartamento decente.

-Non devi preoccuparti assolutamente Charlotte, i nostri figli vanno a scuola assieme, sei amica mia e di Ben, era il minimo che potessi fare.

-Eh… Il mio piccolo ometto… Col caso che mi hanno affidato stamattina dovrò trovargli anche una babysitter…

-Beh, puoi portarlo a casa nostra. A Franklin farà più che piacere avere un compagno di giochi con cui poter passare qualche ora.

-Fosse per qualche ora accetterei, ma si tratterebbe di giorni… Devo andare in Messico ad investigare su degli strani macchinari rinvenuti in un vecchio tempio Azteco che sembra stiano dotando chi li usa di strani pot…

-STRANI CONGEGNI IN UN TEMPIO AZTECO !!!- dice Grimm, appena di ritorno dalla finestra.

-Sì, perché lo chiedi Ben?

La Cosa scambia un rapido sguardo con la sua collega e poi risponde:

-Beh, forse è meglio che ti ci accompagniamo noi in Messico Charlie. Se quei macchinari sono quel che penso è meglio che anche Reed li veda.

 

Bentley Records

Bentley Withman vorrebbe controbattere, ma si accorge di avere la gola in fiamme. Riesce a malapena a stare in piedi, e si deve appoggiare al muro. Anche Thalia e le guardie del corpo si portano la mano alla gola e barcollano leggermente.

Le guardie non si lasciano fermare, e con le loro armi sparano raggi di energia verso Johnny, che si sposta lasciando che sia l’apparecchiatura alle sue spalle a venire liquefatta. Schiva un pugno e poi con un gancio destro mette k-o la prima guardia. La seconda gli arriva alle spalle, ma Johnny si china ed usa il peso del nemico per farlo cadere a terra il più dolorosamente possibile.

-Utile avere Pugno d’Acciaio come istruttore ed un amico che è stato campione di wrestling, eh ?

Wizard si scaglia su di lui con un pugno talmente debole che  Johnny lo ferma con una mano. Poi gli sfila il casco, infuoca le mani ed il copricapo super-tecnologico si scioglie colando sul pavimento.

Wizard è a terra, le guardie sono svenute, e Thalia resta in piedi a fatica. Johnny sorride come mai in vista sua.

-Scommetto che ti chiedi come ho fatto, vero ? Non sono intelligente come mio cognato, ma posso batterti in qualunque momento.

-Non…non è…ti avevo ordinato di non usare i tuoi poteri !!!

-Che fine ha fatto “signor Storm”, Wizzie ? Devo ammettere però che all’inizio te la cavavi bene. Allora, ti arrendi subito o posso divertirmi un po’ con te ?

-Mi arrendo.

-Chissà perché lo sapevo. E penso anche che Reed si divertirà un mondo ad analizzare la tua tecnologia e scoprire da chi l’hai rubata.

-Richards ! Certo ! Non c’è altra spiegazione: deve averti sottoposto a un trattamento per essere immune ai messaggi subliminali !

-No, per una volta ho davvero fatto tutto da solo.

-Ma come !?

-Quando ho visto la tua macchina, era chiaro che dietro c’era un supercriminale. Per quale motivo un supercriminale dovrebbe avere una macchina del genere in uno studio discografico ? Controllo mentale, non era difficile. Ma quell’affare succhiava tantissima energia, era solo l’arma finale. La tecnologia doveva essere altrove. Allora mi sono fatto catturare, per trovarla.

-Era la macchina originale, che avrei usato una volta collegata al ripetitore di Richards. Ma questo non può averti aiutato in alcun modo !

-All’inizio ero un po’ disorientato; non capivo dove fosse la chiave di tutta la faccenda. Thalia era coinvolta, quindi aveva sicuramente a che fare con la musica. Ti sei rivelato subito, iniziando a chiamarmi continuamente “signor Storm”, ogni due parole. Pensavo facesse parte del tuo nuovo modo di parlare, finché non hai cominciato a darmi degli ordini, sempre accompagnati da “signor Storm”. C’entrava la musica, quindi il suono. Mi controllavi con le parole. E quel modo di chiamarmi era la parola chiave, vero ? Per forza, non volevi che si obbedisse ad ogni ordine involontario. Ho avuto la conferma di tutte queste cose quando Thalia ti ha fatto innervosire: non potevi comandarla e dirle di stare zitta, perché era lei ad impartire i comandi nella musica. Ti ho fregato quando ti ho chiamato Wizzie: eri così arrabbiato che mi hai detto di non ridirlo senza chiamarmi “signor Storm”, e infatti l’ho ripetuto più volte.

-Dannazione ! Ero così arrabbiato che…

-Aspetta, non rovinare il finale. Ho ripensato a tutti gli ordini che mi hai dato. Mi hai detto di non accendere la fiamma, non di non usare i miei poteri. Sono due cose molto diverse, sai ? Essere la Torcia Umana non vuol dire solo prendere fuoco, vuol dire avere il controllo totale sul calore. Osservando le correnti di calore ho visto che la stanza era ermeticamente chiusa, non c’era riciclo d’aria. Ho alzato la temperatura, facendovi respirare più velocemente e consumare ossigeno più in fretta, anche perché non la smettevi di parlare. Quando eravate belli cotti, ho alzato la temperatura all’interno delle vostre gole. Quaranta gradi, potevate sopravvivere ma non parlare. Mi sono liberato delle guardie e ho pensato: perché continuare ad indossare il tuo costume all’interno della tua base, con a disposizione un travestimento olografico ? Perché ti serviva il casco per usare i messaggi subliminali. Niente casco, niente controllo; niente controllo, niente a frenare i miei poteri. Allora, Wizzie, mi credi ancora uno stupido ?

-Non puoi dimostrare niente ! La mia tecnologia subliminale è impercettibile !

-Già, è un peccato. Comunque quello che ho detto è vero ?

-Sì, fino all’ultima parola.

-Meno male, perché ho un registratore miniaturizzato nella cintura, e ho registrato tutta la conversazione.

-No !!!

-E così se ne va il secondo nemico più intelligente dei Fantastici Quattro. No aspetta, il Pensatore Pazzo va prima. E anche Kang, il Fantasma Rosso, Psycho-Man… però sei sopra Tomazooma il Totem Vivente, quello sì.

-Ora, se avete finito – si intromette Thalia finendo di controllarsi le unghie – io avrei un appuntamento con il mio agente.

-Aspetta un po’, bella, dove credi di andare ? Mai sentito parlare di “complicità” ?

-Sulla base di cosa, chiacchiere di un criminale che controlla le menti ? Posso comprarmi centinaia di avvocati per dire che mi controllava mentalmente e mi ha accusata solo per alleggerirsi la pena.

-Dici ? Vedremo cosa ne pensa il mio, di avvocato. Tanto, quanto speri di durare senza la tecnologia di Wizard ?

-Oh, andiamo. In fondo, questo è il mondo dello spettacolo no ? Avevo un contratto a prova di bomba che mi il cinquanta per cento delle azioni della Bentley Records. Credo che riuscirò a vendere tutto quanto per una cifra esorbitante molto prima che la polizia abbia messo le mani su Wizard. Ci sentiamo in tribunale per la causa di sfruttamento dei miei diritti sull’immagine. E poi hai sempre il mio numero…magari chiamami un qualche venerdì sera, okay ?

La nuova promessa del mondo della canzone esce dalla stanza, lasciandosi dietro un criminale in cerca di gloria attualmente in preda alle lacrime, due scagnozzi di poco conto privi di sensi, ed un uomo che dopo aver perso il lavoro si sente realizzato come non mai.

-Oh, beh…non si può vincere sempre, vero Wizzie ? Cavolo, amo questa vita.

Intanto, in una cassetta di sicurezza ai piani inferiori della Bentley Records, giace un documento dimenticato con la firma di Jonathan Storm

 

 

CONTINUA…

 

 

Note

Episodio “light” per riprendersi dagli interminabili ultimi numeri, concludere la vicenda della Bentley Records e, soprattutto, focalizzarci ulteriormente su Johnny.

Nel corso degli anni, molti scrittori si sono concentrati in particolar modo su Susan e Ben; escludendo il ciclo di Byrne, gli altri due sono stati raramente al centro dell’attenzione. Eccoci quindi ad un assolo della Torcia Umana, e chi poteva essere il suo avversario se non il più ricorrente, Wizard ? Una buona dozzina, probabilmente, ma stavolta è toccato a lui.

Nel prossimo numero inizia una saga in più parti (non chiedeteci quante) che riprenderà un paio di punti in sospeso nella storia del quartetto, e che aprirà la strada alla corsa verso il numero 25, per il quale non potevamo evitare di concepire una storia speciale. Ad essere sinceri potevamo anche evitare, ma ci piaceva farlo.